FLORA VERONESE
Maurizio Trenchi

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Sul finire degli anni '90, inizi del 2000, ebbi la fortuna di conoscere l'allora conservatore del Museo Etnografico di Giazza: Giovanni Molinari.
Fu un banale problema di informatica applicata che mi portò a lui, grazie all'aiuto di un amico. Erano anni di 'fermento' in quel del Museo cimbro, e la voglia di Molinari di imprimere un'accelerazione all'attività del Curatorium, per altro già ponderosa, mi convinse ad accettare di collaborare con questa istituzione. Si sa come vanno queste cose, le collaborazioni intendo: una tira l'altra. Si approdò, così, all'idea di creare un sito tutto 'nostro', sui Cimbri, sulla falsa riga di uno già esistente e sviluppato da studenti tedeschi di Francoforte. Il sodalizio continuò per alcuni anni e la nostra frequentazione si fece vieppiù intensa, anche per interessi diversi di quelli che ci avevano avvicinato.
Poco prima di andarsene dall'Italia per provare a realizzare quei sogni che tanto lo avvincevano, in terre d'oltre oceano, mi propose di scrivere un libro sui fiori della Lessinia. Questa idea mi folgorò, anche per il fatto che lui, pur conoscendo il mio background culturale di 'forestaiolo', non sospettava minimamente la gran passione che provavo per la natura, specificatamente per la botanica; ma nello stesso tempo un lieve senso d'angoscia mi premeva il petto: come affrontare un lavoro così, da solo. Conoscevo gli ostacoli che quest'impresa avrebbe ben presto manifestato. E questo mi spaventava. Un aiuto insperato venne sempre da lui, quando mi fece conoscere due ragazzi, neo-laureati, naturalisti, che avrebbero volentieri condiviso il mio entusiasmo, ma anche le mie preoccupazioni. Ci mettemmo subito al lavoro. Contattando in seguito il committente ci rendemmo conto che non intendeva pubblicare un trattato di botanica applicata, ma un libercolo senza pretese, contenente le principali specie fiorifere presenti nel nostro territorio lessinico. Meglio di niente, pensai perché, ad ogni modo, sarebbe stato certamente più alla nostra portata.
È inutile dire, a questo punto, che il progetto naufragò, per tanti motivi che non è il caso qui di approfondire. Ma, intanto, la 'macchina' non solo si era messa in moto, ma viaggiava speditamente, anche se si era ormai perso di vista la meta, il punto d'arrivo. Poco importa, mi dissi. L'importante è il viaggio. E così continuai per la mia strada. L'idea di una pubblicazione era naufragata, ma quella di condividere con gli altri la mia passione, le mie estenuanti ricerche, no. L'esperienza maturata con Molinari al Museo mi permise di sviluppare un sito internet, mio, creato da me e gestito da me. Lo chiamai 'Fiori della Lessinia'. Oddio, non posso dire di essere un mago del web, ma un sito, come l'avevo concepito, mi era riuscito, in qualche modo. E ne ero felice, anzi entusiasta. L'idea poi di trasferire tutto il materiale su un laptop, grazie al quale poter arrivare alla determinazione delle piante sul campo, senza doverle portare a casa o senza caricarmi di pesantissimi tomi sulle spalle, su e giù per le valli, mi stimolava davvero. E siamo ad oggi. La fortuna dei siti è che sono in continuo divenire: non ti piace la grafica?, non importa, la cambi; non ti convince una soluzione?, tranquillo, ne provi un'altra. Con i libri no. Verba volant, scripta manent, in tutti i sensi. Ogni lavoro contiene in sé qualche cosa di incompiuto, di imperfetto, di insoddisfacente. E, se da una parte un'opera letteraria, ma anche scientifica, 'pietrifica' come uno shot, rivela gli intenti dell'autore in un dato momento storico (che può mostrare degli aspetti anche interessanti), l'opera pubblicata in Internet non segue questa logica. Non importa se ci sono imprecisioni, mancanze, errori: si può correggere, aggiungere, eliminare. Tutto in tempo reale. Se il libro 'invecchia', già a partire dal giorno della sua pubblicazione, il sito rimane costantemente giovane, si arricchisce, cresce. Insomma, non ti fa pagare il fio della frustrazione che spesso colpisce chi crea 'opere' stampate.
Chi visita il sito si renderà subito conto che è fortemente carente. È un sito in divenire, costruito, aggiornato, modificato più e più volte e che necessita ancora di molto lavoro. Non ho badato tanto alla grafica, al fatto di essere più o meno 'friendly'. Mi rendo conto che il visitatore deve essere il più possibile agevolato negli spostamenti tra le pagine web, ma ho preferito dedicare il mio tempo più ai contenuti che alla forma. I taxa (specie e sottospecie), teoricamente presenti nell'intera provincia, sono oltre 2000 (almeno secondo il lavoro da me concepito), appartenenti a quasi 600 generi, inclusi in 139 famiglie. Perché dico 'teoricamente'? Per il fatto che i taxa individuati sono compresi nell'ampia bibliografia esistente, dove i diversi autori li hanno registrati come presenti, in epoche diverse, ma ancora da confermare o da escludere, vuoi per erronee determinazioni, vuoi per estinzione. Ma potrebbero anche mancare specie che in realtà sono presenti, passate ancora inosservate perché da poco introdottesi, cosa molto comune oggidì, dovuto all'intenso movimento di mezzi e di uomini che, più o meno consapevolmente, possono trasportare semi e propaguli da un luogo ad un altro. Ad oggi ho individuato, determinato (anche grazie all'aiuto di amici) e fotografato circa 1750 taxa. Quanta strada ancora da percorrere! (e non solo in senso metaforico). Ma chi ha fretta? Tanto non sarà mai finito, perché in natura niente è definitivo. Le materie naturalistiche non stancano mai, se non altro per il fatto che non si esauriscono: dietro ad ogni angolo una sorpresa; ad ogni escursione un rinnovato entusiasmo per nuovi ritrovamenti possibili. Se dò uno sguardo al materiale raccolto conto circa 1600 escursioni compiute in questi ultimi 20 anni, fino ad oggi. Non ho registrato le escursioni a partire dal 1992, in quanto occasionali e non pianificate. Ho percorso una montagna di chilometri: dai posti più agili a quelli più impervi, in lungo e largo per tutta la Lessinia, scoprendo posti mai sospettati, incantevoli, permeati di quella poesia che ritroviamo in Barbarani, o nei dipinti di Dall'Oca ed in tanti autori veronesi, ma talvolta anche sottoposti ad un'incuria e sfruttamento tali da rimaner allibiti per come permettano di abusare del proprio ed altrui territorio, senza rispetto, senza un minimo di coerenza culturale, spesso in nome del 'profitto' e del 'progresso', nel vano tentativo di afferrare un miraggio, che per definizione è irraggiungibile, muovendo, per di più, verso la direzione opposta, coerentemente con il malcostume, l'insensibilità e l'ignoranza odierna. Non ostante ciò continuo ad andare in Lessinia attratto dalla sua naturale bellezza anche perché, non lo nascondo, mi sento veramente a mio agio solo oltre i 1300 metri di quota; e non solo per la bontà dell'aria!
Il sito conduce attraverso l'individuazione dei taxa presenti utilizzando una 'Ricerca per specie', ma anche per 'Famiglie', passando attraverso una tavola 'Sinottica' per uno sguardo d'insieme. Il tutto corredato da immagini e da schede alle quali vi si accede 'cliccando' o sulle icone (per aprire ed ingrandire le immagini, per altro di media qualità, per facilitare l'apertura delle immagini anche disponendo di linee non veloci) o sulla "scheda" che individua e accompagna ogni taxon inserito. Si trova, inoltre, un breve Glossario per la comprensione dei termini tecnici, che troviamo abbondantemente presenti nella sezione 'Chiavi dicotomiche', ossia quelle chiavi che permettono di determinare almeno la famiglia di appartenenza degli esemplari rinvenuti in campagna. Infine, una breve trattazione sulla Sistematica, ossia la classificazione dei vegetali, seppur per grandi linee, tanto per capire dove 'si collocano' le piante che conosciamo nell'immenso 'edificio' qual è la Botanica sistematica. Last but not least, la cartografia della Lessinia, da consultare solo on-line. E per finire la posta elettronica, per i contatti.